Considerazione di Raffaele Vacca in occasione del trecentoventiseiesimo anniversario della morte terrena di Prudenza Pisa-Suor Serafina di Dio

Considerazione di Raffaele Vacca in occasione del trecentoventiseiesimo anniversario della morte terrena di Prudenza Pisa-Suor Serafina di Dio

PRUDENZA PISA-SUOR SERAFINA DI DIO E IL SANTISSIMO SALVATORE

La casa di sua proprietà, circondata da campi, nella quale viveva don Marcello Strina, parroco di Capri dal 16 dicembre 1653, era situata in Località Posterula, detta anche Loco Novo. Nelle vicinanze c’era la cappella del Santissimo Salvatore, davanti alla quale passava la stradina che saliva verso il Castello, anch’essa intitolata al Santissimo Salvatore.

Alla sua morte, avvenuta per peste nell’agosto 1656, don Marcello Strina, con testamento, lasciò la casa alla nipote Prudenza Pisa, affinché, entro dieci anni, costituisse la comunità femminile religiosa sulla quale avevano a lungo discusso.

Dopo varie vicende, e dopo aver ottenuto il decreto di erezione dal Vicario apostolico di Capri don Orazio Amato, Prudenza Pisa costituì la Comunità femminile, nell’Ordine Carmelitano, che ha la Regola di Sant’Alberto, e con costituzioni da lei redatte, tenendo presenti quelle di Santa Teresa d’Avila per i suoi monasteri. Lo intitolò al Santissimo Salvatore.

Dal 29 maggio 1661 ebbe sede provvisoria presso la Casa San Felice, situata in contrada Valentino, messa a disposizione da Domenico De Leo. Il 2 ottobre 1661 la Comunità si trasferì nella casa lasciata da don Marcello Strina, che Prudenza Pisa, eletta superiora, provvide, a mano a mano, ad ampliare, trasformandola in Monastero e costruendo la relativa chiesa, entrambi intitolati al Santissimo Salvatore.

Da sempre gli uomini, per uscire dalle tenebre del mistero del vivere, hanno cercato un salvatore che dicesse loro la verità assoluta sul mistero, ed indicasse come vivere, comprendendo ed accettando il bene e respingendo il male.

Vari salvatori si sono susseguiti nella storia umana, ma erano sempre venuti dall’umanità, con esperienze del mondo.

Un salvatore venuto dalla stessa umanità sembrò anche Gesù di Nazareth, che predicava la salvezza e compiva miracoli come nessun altro.

Con la sua morte in croce e la sua sepoltura sembrò un salvatore che non avesse potuto salvare se stesso. Ma con la sua Resurrezione, si è rivelato un salvatore venuto dalla libertà di Dio, sia per l’umanità nella sua totalità sia per ogni singolo vivente in tutto ciò che, come dice Romano Guardini, costituisce la sua natura e la sua vita (gioie, angosce, conoscenze, perplessità, tentazioni…).

Illuminata divinamente, in questo Salvatore credette Prudenza Pisa che solo del gennaio 1670 assunse il nome di Serafina di Dio.

Ed invitò ed esortò, specialmente le sue consorelle, a riconoscerlo, pregarlo, adorarlo quotidianamente.

Con le sue opere, i suoi scritti, la sua testimonianza a questo Prudenza Pisa-Suor Serafina di Dio invita abitanti dell’Isola ed uomini di ogni parte del mondo, che vogliono salvare la loro esistenza terrena, in un tempo che spinge al nulla ed a naufragare in esso.

NOTA

Questa considerazione è stata scritta in occasione del trecentoventiseiesimo anniversario della morte terrena di Prudenza Pisa-Suor Serafina di Dio avvenuta a Capri il 17 marzo 1699.

Rivela come sia un grande errore storico, religioso e culturale attribuire a Santa Teresa d’Avila, come avviene inspiegabilmente dall’Ottocento nel parlare popolare, il nome del Monastero del Santissimo Salvatore e della chiesa del Santissimo Salvatore, costruiti da Prudenza Pisa-Suor Serafina di Dio, e quello della località, ora borgo, dove essi sono situati.

Teresa de Ahumada, nata ad Avila, in Spagna, il 23 marzo 1515, in una famiglia di mercanti, fu riformatrice di parecchi conventi dell’Ordine carmelitano, per i quali scrisse proprie costituzioni, ed autrice di opere che sono nella letteratura spagnola. Morì ad Alba de Tormes il 4 ottobre 1582.

Per il suo aver fermamente creduto in Gesù e nella sua Rivelazione, e per il suo aver sempre agito in fedeltà a questo, nel 1614 venne proclamata beata da Paolo V, e poi canonizzata da Gregorio XV nel 1622. Il 27 settembre 1970 è stata dichiarata Dottore della Chiesa da Paolo VI .

Nella considerazione è ricordato che la località, dov’era situata la casa che don Marcello Strina aveva lasciato per la costituzione della Comunità era situata in località Posterula o Loco Novo, e che qui c’erano anche una cappella dedicata al Santissimo Salvatore, poi inglobati nel Monastero, e una stradina con lo stesso nome.

Ed è ricordato come al Santissimo Salvatore Suor Serafina intitolò la Comunità, il Monastero, e la relativa chiesa. Nel dipinto dell’altar maggiore di questa volle porre una piccola immagine del Salvatore. La chiesa fu poi consacrata l’11 ottobre 1685 dal vescovo di Capri Dionisio Petra e dal cardinale Vincenzo Maria Orsini, cbe nel 1724 sarebbe stato eletto papa con il nome di Benedetto XIII.

Sia nel Seicento, quando ha vissuto ed operato Prudenza Pisa-Suor Serafina di Dio, sia nel Cinquecento, quando ha vissuto ed operato Teresa de Ahumada, si pensava molto all’anima ed alla sua salvezza.

Anima è parola fondamentale nei loro scritti.

Fin dall’antichità è stata interpretata come principio che dà vita raccogliendo le parti di un corpo in unità vivente.-

Per il cristianesimo sussiste dopo la morte del corpo. Per cui è necessario agire anche per la sua salvezza eterna, ovvero per il suo vivere eternamente nella gloria divina.

In un tempo nel quale si privilegia il materiale e poco o nulla si cura lo spirituale, che pure agisce in ogni singolo uomo, sembrano sempre meno coloro che danno importanza all’anima, a differenza di Suor Serafina e di Santa Teresa che credevano in Gesù come Salvatore della loro anima, Salvatore di ogni anima, e Salvatore dell’umanità.

Raffaele Vacca

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