Condannati a 5 anni ciascuno il capo ufficio tecnico di Capri Cacciapuoti e l’ex comandante dei carabinieri Sansonne

Condannati a 5 anni ciascuno il capo ufficio tecnico di Capri Cacciapuoti e l’ex comandante dei carabinieri Sansonne

Cinque condanne e un’assoluzione al termine del processo di primo grado che vedeva imputati per vari reati Mario Cacciapuoti, Ciro Di Capua, Gennaro (Genny) Della Rocca, Pasquale Franco, Michele Sansonne e Francesco Giuliano (Franco) Verardi. Si tratta del processo sul cosiddetto “sistema Capri” nato da un’inchiesta della procura di Napoli, pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto, risalente al 2014, su concussione e corruzione, e che ipotizzava un giro di mazzette e di altre utilità in merito a pratiche edilizie sull’isola.   Il tribunale di Napoli, prima sezione penale, collegio A, presidente Maurizio Conte, ha condannato l’architetto Mario Cacciapuoti capo ufficio tecnico settore lavori pubblici del Comune di Capri a 5 anni per induzione indebita a dare o promettere utilità, il marmista Ciro Di Capua a 3 anni per concorso nel precedente reato, l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Capri Michele Sansonne a 5 anni per corruzione, l’imprenditore Franco Verardi a 2 anni e 8 mesi per concorso in corruzione e l’ex vicecomandante della Guardia di Finanza di Capri Pasquale Franco a un anno pena sospesa per accesso abusivo a sistema informatico.      Per Cacciapuoti è stata dichiarata dal giudice l’estinzione del rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione di appartenenza; il tecnico è stato anche condannato a risarcire i danni cagionati all’imprenditore Antonio Alfano, costituitosi parte civile, che saranno liquidati dal giudice civile in separata sede.    Verardi, la cui condanna è stata dimezzata rispetto alla richiesta accusatoria, non dovrà risarcire la parte civile Società Cooperativa Motoscafisti: è stata respinta l’azione di danno.     Assolto invece da tutte le accuse il tecnico progettista Gennaro Della Rocca perchè il fatto non sussiste.  Cacciapuoti e Di Capua, condannati il primo per due capi e il secondo per un capo, sono stati assolti da altri capi d’accusa tra cui l’associazione a delinquere.  Ovviamente, trattandosi del processo di primo grado, non è una sentenza definitiva ma naturalmente è previsto il ricorso in appello.

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