“Lettera aperta” di un cittadino dell’isola ai candidati alle prossime elezioni amministrative dei due Comuni di Capri e di Anacapri

“Lettera aperta” di un cittadino dell’isola ai candidati alle prossime elezioni amministrative dei due Comuni di Capri e di Anacapri

Riceviamo e pubblichiamo.

Fra alcune settimane, anche noi cittadini delle due comunità isolane saremo chiamati alle urne per rinnovare, per i prossimi cinque anni, i rispettivi Consigli Comunali.

Lungi da me l’intenzione di intervenire nella campagna elettorale anche solo sostenendo una parte piuttosto che un’altra, anche solo cercando di orientare qualche voto; mi auguro che la contesa sia la più leale possibile e consenta al cittadino una ampia e diversificata possibilità di scelta.

Ciò nondimeno, ritengo con convinzione l’esigenza che l’isola ha più che mai bisogno di Amministratori che perseguono la loro azione di indirizzo politico supportandola con progetti ed obiettivi chiari ed articolati piuttosto che improvvisati e occasionali; che “spostano i tavoli” in nome della civile convivenza; che “tuonano in Regione” per affermare e far valere i nostri diritti, quali ad esempio, la sanità e la mobilità; che si oppongono con forza ai privilegi; che facciano quello che coloro che li hanno preceduti, non hanno voluto o saputo fare. Non servono Amministratori vittime; di quelli che dicono “è difficile” perché già sanno che per loro è impossibile; che per conquistare o non perdere un solo voto riempiono i loro programmi di promesse che restano tali.

È tempo di scelte e interventi coraggiosi e anche impopolari e contrari alle non scelte o alle scelte di comodo fatte anche in tempi recenti e di cui numerosi sono gli esempi. L’isola ha bisogno di governance, di impegni su tematiche certe e circostanziate e dovremmo tutti esprimerci per quei candidati e per quelle formazioni che intendono dare garanzie per realizzarle.

La mia sollecitazione, e mi auguro non soltanto la mia, nasce dalla consapevolezza che il cambiamento passa attraverso uno sguardo a lungo termine, ma anche attraverso azioni immediate e concrete. L’isola merita l’amore e la cura che gli isolani le devono per poter recuperare il ruolo che le spetta e perchè possa ritornare ad essere un luogo più serenamente e piacevolmente vivibile per gli stessi suoi abitanti.

Nonostante la ancora vitale capacità di attrazione che essa esercita, ritengo che gran parte delle problematiche che essa presenta, sia la naturale conseguenza non solo della mancanza di programmazione, di indirizzo, di visione del futuro ma anche di una gestione ordinaria della cosa pubblica, carente e sempre meno incisiva negli anni recenti nei quali si è stati passivi spettatori dei profondi cambiamenti avvenuti piuttosto che protagonisti o almeno consapevoli gestori dei cambiamenti stessi; in questo vuoto di governo da parte delle Amministrazioni e di scarsa partecipazione e poco interesse da parte della maggioranza degli stessi cittadini, l’isola sembra aver perso i suoi punti di riferimento e una chiara direzione di crescita; vive in un nostalgico mito costituitosi nel tempo e per nulla supportato ed alimentato da nuove iniziative e progetti ambiziosi e al passo con i cambiamenti; appare insicura, incapace di valorizzare le proprie risorse e la propria unicità; è sempre più dilaniata da sterili egoismi locali di parte; è in balia e succube di forze economiche esterne, anche di dubbia provenienza, che trovano compiacenti ed ossequiosi soggetti all’interno del nostro sistema e la cui presenza è sempre più massiccia, insinuante, invasiva, con obiettivi che nella maggior parte dei casi sono soltanto quelli di “fare business” e il più rapidamente possibile.

Tale situazione si è esasperata in questi ultimi tempi quando dopo i due travagliati anni di Covid, una ripresa dalle proporzioni inaspettate e oltre ogni più ottimistica previsione ci ha trovato come al solito impreparati ed è stata foriera di nuove ed inquietanti problematiche; mi riferisco al sempre più massiccio e concentrato arrivo e partenza dei turisti giornalieri che rende Marina Grande un’area costantemente caotica, che mette perennemente in affanno e in molte occasioni porta al collasso l’apparato dei servizi pubblici e privati, in particolare il già precario e fragile sistema di trasporto locale e più in generale, la mobilità dell’intera isola (personalmente considero un grave atto di irresponsabilità politica, l’incomprensibile abbandono dell’iter a suo tempo intrapreso per individuare e poi realizzare una via di trasporto alternativa a quella su gomma; alla soluzione ipotizzata il cui studio è costato ben 200.000,00 €, non si è neppure proposta una soluzione alternativa da parte di chi, con arroganza e spregiudicatezza, prima ha accettato e poi ha interrotto il percorso avviato); all’enorme e del tutto incontrollato incremento di strutture ricettive extralberghiere; alla pur legittima acquisizione di numerose strutture ricettive del patrimonio isolano, tra quelle più ampie e prestigiose, da parte di catene alberghiere e fondi di investimento nazionali ed esteri; alla sempre maggiore difficoltà di balneazione sulle coste dell’isola dove da parte di alcune strutture ricettive di prestigio, taluni degli impianti esistenti sono stati acquisiti e quasi del tutto riservati alla propria esclusiva clientela.

La necessità di personale, che considerata l’elevata domanda non è reperibile sull’isola ma deve essere ricercato all’esterno e al quale quindi è necessario assicurare un alloggio, ha indotto alcune delle strutture ricettive più grandi a destinare allo scopo intere strutture più piccole fatte oggetto di locazione stagionale e finanche di acquisto, e a reperire e prendere in locazione sull’intero territorio isolano, un gran numero di abitazioni private. Ciò, assieme all’esplosione del numero di strutture ricettive extra alberghiere, ha “tolto dal mercato” alloggi locabili o acquistabili da parte della popolazione residente e per chi già occupa una abitazione, ha comportato un sensibile generalizzato aumento dei canoni di fitto; tutto questo sta dando luogo, tra l’inerzia delle Amministrazioni, ad una vera e propria emergenza casa, una “bomba sociale” dalle imprevedibili e preoccupanti conseguenze.

È di queste ultime stagioni infine un progressivo, generalizzato e vertiginoso rincaro dei prezzi, da quelli dei prodotti di prima necessità a quelli del soggiorno, della ristorazione, delle spiagge e dei servizi; è un aumento cui non corrisponde altrettanto aumento di qualità dell’offerta, in primis dei servizi.

Tutto ciò premesso, con questa mia “lettera aperta” vorrei sottoporre a tutti coloro che si propongono per amministrare l’isola, una serie di tematiche più propriamente attinenti al turismo, sulle quali ritengo che la quasi totalità del sistema produttivo isolano sia particolarmente attenta ed interessata e alle quali da tempo, chiede soluzioni efficaci.

Si tratta in alcuni casi di problematiche che rappresentano impegni mancati di programmi elettorali che con puntuale ed intollerabile monotonia si ripetono da diverse consiliature; che ci sono state evidenziate e le cui possibili soluzioni suggerite da costosi studi commissionati e realizzati ma poi ignorati pur essendo sempre attuali (cfr. studio CENSIS del lontano 2009); che pur oggetto di ulteriori e successivi impegni formali e solenni da parte degli stessi rappresentanti della politica locale, sono stati anch’essi poi disattesi (cfr. documento “Un impegno per l’isola” del 2010).

Il turismo è la nostra unica ed esclusiva risorsa; ad un’offerta, che gode ancora di un notevole appeal e che mediamente è di elevato livello ma che ha perso alcune delle sue caratteristiche, è necessario ridare smalto e vigore; ritengo che ciò possa ottenersi innanzitutto attraverso la rivalorizzazione e riqualificazione dello straordinario patrimonio ambientale del territorio e poi di quello culturale, artistico e archeologico e la riacquisizione delle caratteristiche che la hanno sempre distinta, quali appunto la unicità e il fascino del contesto ambientale e poi servizi efficienti e di qualità, agevole mobilità, serenità e tranquillità del soggiorno.

All’impegno e al sacrificio economico degli imprenditori isolani: albergatori, commercianti, ristoratori e quant’altri, per rinnovare e riqualificare costantemente le proprie aziende, non è corrisposto finora un altrettanto impegno da parte della pubblica amministrazione per rinnovare o mantenere in maniera più che decorosa, il contesto pubblico.

Non sono più procrastinabili investimenti su progetti di riqualificazione urbana, che interessano non solo le aree più centrali e frequentate alcune delle quali versano in uno stato dimesso e inadeguato (es. per Capri: l’intera area di Marina Grande e quella delle biglietterie, piazza Ungheria e l’impresentabile terminal bus pubblici e taxi) e siti di primario interesse (es. Villa Jovis) ma anche zone a torto considerate periferiche, perché l’isola non deve e non può avere periferie (es. a partire dai Due Golfi, le aree della Provinciale per Marina Grande fino al cimitero, e quella iniziale della Provinciale per Anacapri con il primo tratto nel quale, intercettando uno stupendo panorama, si alternano in bella vista, spazi all’aperto adibiti a deposito di materiale edilizio e di risulta, esposizione di prodotti, sosta veicoli, baracche (solo da alcune settimane gli esterni della struttura ospedaliera, dopo anni di infimo degrado, sono state oggetto di riqualificazione e hanno assunto un aspetto quantomai decoroso); le aree attraversate dalla via Don Giobbe Ruocco, attualmente molto simili a tante zone periferiche dell’hinterland napoletano; ad Anacapri: un diffuso stato di degrado lungo le strade provinciali per il Faro e la Grotta Azzurra e fuori dal centro cittadino, nelle aree nelle quali un incontrollato abusivismo edilizio ha determinato la formazione di nuclei di insediamenti abitativi senza alcuna logica di sviluppo pianificato; una miriade di stradine interne pedonali rese ZTL (in gran parte dei casi pur non avendone i minimi requisiti di sicurezza) e percorse da chiunque e con veicoli di ogni tipo; un costante caotico traffico determinato da un numero di mezzi di trasporto incompatibile con la limitatissima rete stradale.

La cura dell’ambiente si manifesta sia attraverso nuovi interventi che attraverso una sistematica e costante manutenzione; arredi urbani in zone che ne sono sprovvisti, rinnovo di alcuni tra quelli esistenti; rifacimento e/o sistemazione delle sedi stradali e delle mura che ne delimitano i percorsi; pubblica illuminazione efficace ed efficiente; attuazione degli interventi contenuti nell’ormai dimenticato “piano colore”; legittime azioni anche nei confronti dei privati, per la sistemazione delle facciate quantomeno dei fabbricati che prospettano sulle aree di particolare interesse e centralità; riqualificazione della spiaggia di Marina Grande, la più bella ed ampia dell’isola, con la sistemazione dell’intero costone roccioso che dalla strada provinciale scende verso la spiaggia, il ripascimento di quest’ultima e la realizzazione di una scogliera/barriera a mare a protezione della spiaggia stessa e dei bagnanti; costante manutenzione dei bellissimi ed apprezzati percorsi naturalistici esistenti e creazione di altri quali ad esempio. quello che conduce alla Valletta di Cetrella e da quest’ultima a Monte Solaro.

Nel nostro contesto isolano, mi auguro che tutti non vorremmo avere strutture in uno stato simile a quello della precedente area ospedaliera o dell’attuale ex Istituto scolastico di Marina Grande e dell’ex mercatino comunale di piazza Ungheria.

    Tutelare l’ambiente significa dare soluzione alla problematica dei trasporti marittimi e del traffico veicolare che ha assunto aspetti a dir poco allarmanti, con la definizione ed attuazione di un coerente e funzionale piano traffico.

Vanno poi affrontate una serie di criticità strategiche che richiedono l’elaborazione di progetti per interventi strutturali da realizzare a medio temine.

È sufficiente in proposito riprendere, ma con la determinazione e la volontà effettiva di realizzarli, alcuni progetti che hanno fatto già parte delle promesse “ad effetto” di cui in precedenza.

Mi riferisco ad esempio alla ripresa di progettualità per la realizzazione di un sistema di trasporto alternativo a quello su gomma; alla pedonalizzazione di via Roma e all’ampliamento di piazzale Europa con la realizzazione in loco di un terminal attrezzato per i bus pubblici e turistici che elimini l’attuale perenne caos del piazzale stesso e una più dignitosa accoglienza ai turisti giornalieri, che restituisca alla città due splendidi spazi quali: piazza Ungheria, una terrazza sul mare, e via Roma, un pregevole e panoramico percorso pedonale; alla realizzazione, almeno parziale, dei più che noti lavori per la sistemazione dell’area portuale di Marina Grande; ad un piano di interventi nelle aree adiacenti il centro cittadino per creare le condizioni atte a favorire la nascita di nuove iniziative commerciali e artigianali per i giovani del posto per i quali il centro è da tempo, divenuto “proibitivo”; alla funzionalizzazione e gestione quantomeno stagionale dell’area elicotteristica di Damecuta; alla rapida realizzazione dell’Area Marina Protetta che appare l’unico strumento per ridurre il costante e incontrollato caos di natanti che affollano le coste dell’isola; alla creazione di un Osservatorio Turistico Intercomunale, un organismo con la funzione di raccolta ed elaborazione dati, di analisi e studio degli stessi, di informazione, suggerimento e coordinazione degli obiettivi e degli indirizzi turistici strategici per l’intera isola; alla “destagionalizzazione” della offerta turistica.

Le cose da fare sono tante, alcune fattibili a breve, altre più impegnative che richiedono specifica progettualità; tutte che richiedono però determinazione, impegno, capacità realizzativa; non dimentichiamo però che sono divenute tante perché poco o niente è stato realizzato in un passato più o meno recente, quando tali problematiche sono emerse.

“Oggi Capri deve iniziare, oltre che a sanare le sue insopportabili deficienze, a governare le dinamiche che investono l’isola e la sua immagine. Deve iniziare a fare governo del turismo, cosa che non ha mai fatto, perché più che gestirlo, vi si è sempre adattata”

Questa severa osservazione critica, contenuta nel Rapporto Censis 2009, sintetizza con estrema chiarezza anche se a distanza di quindici anni, ciò di cui ha sofferto e di cui ha bisogno, oggi più che mai, il turismo isolano. Alle nuove Amministrazioni si chiede pertanto un responsabile e perseguibile piano di politica turistica che preveda innanzitutto Assessorati dedicati, funzionali e “di peso”, che non esauriscano la loro funzione con il calendario di manifestazioni e intrattenimenti e null’altro; che contenga le linee guida per una riorganizzazione funzionale del settore con la creazione di strumenti e organismi di programmazione, di strutturazione dell’accoglienza, di coordinamento del marketing territoriale e della comunicazione onde rilanciare il nome e con esso il territorio con le proprie risorse paesaggistiche, strutturali e gestionali.

Sull’argomento non è necessario addentrarsi nei dettagli; sarebbe sufficiente una rilettura, attenta e puntuale dei documenti appena menzionati nei quali ritengo siano riportate condivisibili tematiche da affrontare e suggeriti i percorsi da seguire per iniziare a governare quello che finora è stato lasciato al caso.

Una volta noti gli schieramenti politici in campo, sarebbe auspicabile che si organizzassero una serie di incontri pubblici con la presenza dei rispettivi candidati, nei quali poter verificare i programmi che, specificamente nell’ambito turistico, ciascuno riterrà di esporre e gli impegni e le tempistiche per renderli operativi che ciascuno vorrà assumersi e garantirà di perseguire.

 Guido Gargiulo

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