Signor Domenico Esposito lei con la sua ideologia della qualità della vita è considerato ideologo del benessere a Napoli ultima nelle classifiche di qualità della vita. Iniziamo con una domanda diretta: qual è, secondo lei, il segreto per una vita soddisfacente e appagante?
“Ritengo che il segreto risieda nell’equilibrio tra diversi fattori della vita. Non dobbiamo concentrarci solo sul successo materiale, ma anche sul benessere fisiologico, psicologico, sociale e ambientale”.
La sua visione è sicuramente completa. Tuttavia, in un mondo sempre più frenetico e orientato al consumo, come possiamo mantenere questo equilibrio?
“E’ una sfida, ma credo che l’educazione e la consapevolezza siano fondamentali. Dobbiamo imparare a conoscerci meglio per rafforzarci, affrontando le cause delle nostre debolezze psichiche e fisiologiche, che dipendono dalle nostre attività, modi di essere e di vivere. Inoltre, dobbiamo imparare a rallentare i ritmi frenetici, di godere dei momenti presenti e di prenderci cura del nostro benessere fisico e mentale. Inoltre, è cruciale promuovere stili di vita sostenibili per il nostro benessere, in base anche all’età che abbiamo, e per il bene comune, che rispettino la società e il prossimo, nonché la natura e le risorse che ci dona”.
Parlando di stili di vita sostenibili, quali azioni concrete ritiene sia necessario adottare per preservare il nostro pianeta e garantire un futuro migliore per le prossime generazioni?
“Ci sono molte azioni che possiamo intraprendere a livello individuale e collettivo. Innanzitutto avere uno stile di vita salutare, ascoltare il nostro corpo, che ci comunica quando è il momento di fermarci, di riposarci, di accontentarci, di ridurre il consumo degli agenti cancerogeni. Inoltre, promuovere lo sviluppo territoriale, con l’uso di energie rinnovabili, supportare l’agricoltura e l’edilizia urbana dell’ideologia della qualità della vita, ridurre gli sprechi e la corruzione. Queste sono solo alcune delle misure che possiamo adottare per favorire lo sviluppo della persona e dei territori. Inoltre, è essenziale che la politica, i governi, la governance, le aziende assumano un ruolo attivo nell’attuazione di politiche e pratiche di sviluppo per i territori, specie per quelli che fanno più fatica a reperire risorse per la produttività e la competitività”.
Per quanto riguarda la scarsa qualità della vita di Napoli e del sud, purtroppo fanalino di coda rispetto a un Nord sempre più esigente in termini di produttività e competitività, cosa si sente di dire alla politica locale e nazionale?
“Innanzitutto che cooperino, anche trasversalmente, per realizzare le riforme strutturali paesaggistiche dell’ideologia della qualità della vita pensate per accrescere il sistema d’indicatori necessario a ridurre le disuguaglianze generate dal liberismo-capitalista. Dunque, le differenze sociali e territoriali sono sempre esistite, però negli ultimi decenni il liberismo con la logica del libero mercato e del massimo profitto ha fatto sì che le istanze di cittadini e territori più svantaggiati venissero messe in secondo piano, acuendo egoismi e scarsa solidarietà. Il liberismo ha dato enormi opportunità ma ora è arrivato il momento di affrontare le sue criticità. Il benessere, la qualità della vita, il bene comune, la sostenibilità, la competitività, la stabilità sono indicatori, oggi compendiati dall’ideologia della qualità della vita in quanto scienza degli equilibri di stabilità funzionale al benessere e alla riduzione dei rischi, realizzano un sistema di riferimento di non trascurabile importanza politica, economica, sociale, scientifica e culturale per lo Stato Italiano”.
Certo in ogni momento storico sono necessari degli aggiustamenti concreti per riequilibrare i sistemi ideologici che ci governano, siamo d’accordo, ci spieghi meglio come intende affrontare disuguaglianze e le sperequazioni territoriali di qualità della vita tra nord e sud?
“Perridurre una disuguaglianza economica-sociale tra due parti si può distribuire alla parte che ha meno quella mancanza necessaria a renderla meno disuguale, la soluzione estrema fu la proposta dell’ideologia comunista, a mio avviso, non naturale, poiché il tentativo estremo di uguagliare le parti produce limitazioni di libertà, che a lungo andare impigriscono l’uomo e la sua attitudine al progresso, generando scarsa produttività e benessere comune, cosicché diminuisce la qualità della democrazia e la competitività del sistema.
Proprio in un’ottica liberista della mano invisibile, l’ideologia della qualità della vita, oggi, rappresenta con il suo modello di sviluppo di effetto domino della crescita del benessere l’espressione del pensiero più nobile e pragmatica per riclassificare e riequilibrare le disuguaglianze sociali e le sperequazioni territoriali in Italia. Quando le differenze sociali e territoriali aumentano, si possono utilizzare i cosiddetti sussidi per riequilibrare il sistema, dando alla parte più bisognosa un sostegno economico utile all’equilibrio tra domanda e offerta, ma evidentemente ciò non basta, poiché anche i sussidi tendono a rendere chi li riceve passivi e poco produttivi, impigrendo l’individuo e il sistema produttivo.
L’ideologia della qualità della vita, invece, con i suoi progetti ha lo scopo di rendere la parte che ha meno, più produttiva, quindi attiva e consapevole per il progresso; andando pian piano ad eliminare il degrado che le politiche liberiste hanno generato nei decenni”.
Signor Esposito in che modo si può rendere più produttivo un territorio, soprattutto ridare competitività a quei territori che hanno perso qualità della vita negli anni per mancanza di politiche strutturali?
“L’ideologia della qualità della vita propone un modello di sviluppo che consiste nell’innescare un effetto domino della crescita del benessere attraverso lo sviluppo dei fondamentali settori produttivi territoriali. Ho presentato questo piano di crescita il 20 gennaio 2024 all’Accademia per la qualità della vita in presenza di cittadini, Rai, stampa ed autorevoli esponenti della politica locale e nazionale, illustrando i molteplici vantaggi per tutti, anche per lo Stato se la politica facesse scelte specifiche, per esempio, finalizzate ad avvicinare l’offerta dei prodotti agricoli alla domanda data da mense ospedaliere e scolastiche, influenzando positivamente la salute degli utenti e tutto il sistema produttivo agroalimentare. Oppure se si realizzasse l’edilizia urbana dell’ideologia della qualità della vita, con il progetto mansarde abitabili in alcuni agglomerati urbani dell’ottava e nona municipalità ancora senza licenza edilizia. Con questa mia analisi qualitativa faccio vedere una serie di vantaggi che permetterebbero la crescita di tutti gli indicatori su accennati, nonché delle entrate fiscali da reinvestire in migliori servizi al cittadino di tipo economici, educativi, sanitari, infrastrutturali, politici, sociali. Insomma, la produttività verrebbe da una potente progettualità socialmente utile pianificata dal pubblico capace di attirare investimenti privati in un contesto di crescita economica pluriennale, quindi meno spesa pubblica, ma garanzie di profitto per investitori”.
Signor Esposito lei ha una visione giustamente ampia, dalle tante idee ben concatenate che potrebbero innescare un circolo virtuoso di crescita, ma se volessimo dare un ultimo messaggio ai nostri lettori, tra coloro che nell’immediato sono alla ricerca di una vita più significativa e appagante?
“Vorrei dire loro di concentrarsi sulle cose che veramente contano nella vita: le relazioni umane significative, la connessione con la natura, il perseguimento della conoscenza e della crescita personale. A tale fine propongo un metodo strutturato e innovativo che si basa sulle riforme strutturali paesaggistiche dell’ideologia della qualità della vita, che riguardano l’azione dello Stato a qualsiasi livello per far sì che persone e territorio si influenzino reciprocamente per dare vantaggi convenienti per entrambi. Non lasciamoci trascinare dalla frenesia del mondo moderno, ma cerchiamo di trovare un equilibrio che ci permetta di vivere una vita piena e soddisfacente, conoscendoci di più sia come paesaggio interiore che esteriore, per scoprire il territorio e le fondamentali relazioni funzionali al benessere”.