Dipendente della casa di riposo di Capri licenziata dopo 28 anni di lavoro: lettera aperta alla comunità
Da Giovanna Acampora, ex dipendente della casa di riposo San Giuseppe di Capri, riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta.
Per 28 lunghissimi anni ho lavorato, con numerose mansioni, tra cui facchinaggio, inserviente ed operatrice socio assistenziale alla casa di riposo per anziani San Giuseppe di Capri, struttura di proprietà della Parrocchia, gestita oggi dalla Fondazione San Costanzo, il cui legale rappresentante è il parroco di Capri don Pasquale Irolla. Tale struttura fu donata dalla baronessa Meta von Salis-Marschlins nel 1917 affinchè venisse destinata ad ospitare gli anziani poveri e i bisognosi dell’ isola di Capri.
Alcuni mesi fa sono stata letteralmente sbattuta fuori, dalla sera alla mattina, attraverso una lettera firmata dal parroco che mi comunicava “la sanzione disciplinare del licenziamento per giusta causa” con effetto immediato.
Tutto è nato da un mio messaggio vocale whatsapp che, disperata per le richieste di aiuto degli anziani, avevo inviato al Vescovo e al Sindaco, nel quale segnalavo che i poveri vecchietti erano infuriati per il ritardo con cui veniva servita la colazione e per le condizioni inaccettabili in cui si trovavano, senza assistenza, facendo riferimento al tardivo arrivo al mattino degli operatori della struttura, che provenivano dalla Penisola Sorrentina e che hanno preso il posto delle suore. Tale situazione critica si è verificata proprio da quando le suore, che si occupavano degli anziani hanno abbandonato definitivamente la struttura. Di aver inviato tale messaggio vocale, nonostante le conseguenze, che non pensavo fossero così drastiche, non mi pento minimamente, in quanto ho avuto a cuore le condizioni di persone indifese e sofferenti, rivolgendomi al Vescovo quale Autorità ecclesiastica ed al Sindaco come Autorità civile.
Don Pasquale mi ha inviato una prima lettera nella quale contestava, totalmente, il contenuto del mio messaggio accusandomi addirittura di falso e poi, in risposta alle mie giustificazioni, mi ha mandato la seconda lettera, parlando di illazioni e rinvenendo a suo avviso nel mio comportamento la violazione dei doveri di un lavoratore dipendente quali quelli di correttezza e buona fede. Il parroco ha ritenuto il mio comportamento “lesivo del rapporto fiduciario posto a presidio del rapporto di lavoro” e quindi ha deciso di darmi il benservito, senza possibilità di ulteriore replica e senza accettare il mio invito a discutere del problema e fare chiarezza e poter lavorare, con un lavoro di squadra, affinchè gli anziani potessero vivere gli ultimi anni della propria vita in pace e serenità.
Sono delusa, offesa e rammaricata dal suo atteggiamento. Tutta l’isola di Capri mi conosce, compresi i sindaci dei comuni che si sono succeduti, sa quanto amore e devozione ho messo nel mio lavoro, con quanta cura e passione lavoravo alla casa di riposo facendo praticamente di tutto, anche l’inserviente, fin oltre le mie mansioni. Ho visto gli anziani in difficoltà e ho chiesto aiuto come avrebbe fatto chiunque: in tutta risposta sono stata cacciata! Ho ricevuto tanti attestati di solidarietà da parte delle persone che hanno saputo di quanto accaduto e dei familiari degli ospiti della struttura e questo mi inorgoglisce. Ho deciso di raccontare la mia storia, attraverso questa lettera aperta alla comunità, anche dopo aver appreso le gravi e tristi vicende che in queste settimane stanno coinvolgendo famiglie e associazioni che si trovano in locali di proprietà della parrocchia, anch’ essi donati da tanti benefattori della Parrocchia per fini assistenziali, e alle quali va la mia vicinanza. Ovviamente contesterò nelle opportune sedi l’iniziativa del parroco, in quanto ritengo le motivazioni alla base del licenziamento pretesti assurdi; per questo ho deciso di impugnarlo e di presentare ricorso al giudice del lavoro tramite l’avvocato Daniela Mocella che mi assisterà legalmente.
Giovanna Acampora