Il mistero della morte a Capri di Canfora, parla l’ex magistrato Marino: “Troppi lati oscuri, giusto continuare a indagare”. Il caso trattato nuovamente da Tvsette (Rai Uno) e da Pomeriggio 5 (Mediaset)

Il mistero della morte a Capri di Canfora, parla l’ex magistrato Marino: “Troppi lati oscuri, giusto continuare a indagare”. Il caso trattato nuovamente da Tvsette (Rai Uno) e da Pomeriggio 5 (Mediaset)

Riflettori mediatici accesi sul giallo di Luca Canfora, il costumista del film di Paolo Sorrentino “Parthenope” trovato morto a Capri l’1 settembre 2023 durante una pausa delle riprese. “Il caso non è mai stato archiviato, le indagini non sono mai state chiuse. Ma questa ripresa dimostra che all’inizio, in questa vicenda, c’è stata qualche inerzia e probabilmente qualche omissione”. A parlare, in una lunga intervista al Corriere del Mezzogiorno, è il magistrato Raffaele Marino – in pensione dall’agosto 2021 – amico della famiglia Canfora. Svolta nell’inchiesta, dice, “perché la famiglia del defunto ha sottolineato una serie di incongruenze che, in verità, risultavano già dalle indagini portate avanti”. “Ci sono dati inoppugnabili e fatti chiari: a quanto pare le ferite riscontrate non sarebbero compatibili con una caduta. E questo è il primo dato che emergeva in modo abbastanza evidente fin dall’inizio”, afferma Marino e aggiunge: “Nessuno ha visto cadere Luca Canfora. Eppure il fatto è avvenuto a fine estate, in una Capri super affollata. Anzi, in uno dei posti più affollati dell’isola, ai Giardini di Augusto mentre si girava il film Parthenope. C’era la troupe al completo, troupe di un film importante, ma nessuno ha visto o sentito niente. O comunque nessuno ha parlato”.

“All’epoca – continua il magistrato – non sono state visionate tutte le telecamere della zona e questo è uno dei punti interrogativi più significativi. Perché non è stato fatto? Sappiamo quando e come Luca è entrato nei Giardini di Augusto, ma non come ne sia uscito. Nell’arco di poco meno di un’ora il suo corpo è stato ritrovato al largo, a 20-30 metri dalla riva, semivestito. Nessuno lo ha visto cadere e si tenderebbe dunque ad escludere una caduta dall’alto”.

E, quindi, una ipotesi più credibile? “Potrebbe – risponde Raffaele Marino – essere stato spinto in acqua. Di certo, in base alle risultanze autoptiche, quando è caduto in mare non era morto. Aveva aria nei polmoni dunque in acqua è finito da vivo”.

“Luca a Capri – conclude Marino – conosceva solo quelli della troupe, una comunità molto ristretta. Capire cosa è successo non dovrebbe essere, dunque, difficile. Inoltre tutti sono concordi che l’ipotesi del suicidio, di un gesto così estremo, non sia sostenibile. Luca non aveva motivi per togliersi la vita. Non era malato e non era depresso”.

Intanto, il caso è stato trattato con vari servizi nei giorni scorsi da Mediaset nel corso della trasmissione Pomeriggio 5 con la presenza di un inviato dai Giardini di Augusto. A tornare ad approfondire l’argomento è stato nuovamente anche Tvsette, lo speciale del Tg1, con un ulteriore reportage andato in onda sul primo canale Rai.

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