Inaugurata alla Certosa di Capri la mostra “Demetricism” di Vasily Klyukin

Inaugurata alla Certosa di Capri la mostra “Demetricism” di Vasily Klyukin

Ha inaugurato ieri alla Certosa di San Giacomo di Capri alla presenza dell’artista Vasily Klyukin e del Sindaco Paolo Falco “Demetricism”, realizzata in collaborazione con i Musei e Parchi archeologici di Capri, la Direzione regionale Musei nazionali Campania e con il patrocinio della Città di Capri.

La Certosa torna a ospitare una nuova mostra di arte contemporanea, confermando il suo ruolo di attrattore di artisti e manifestazioni di rilievo internazionale, con un’offerta culturale sempre più ampia anche grazie all’inaugurazione del Museo archeologico nazionale di Capri e al restauro di alcuni lavori di Diefenbach, esposti nell’omonimo museo.

In alcune delle antiche celle dei monaci certosini saranno ora esposte, fino al 31 maggio 2025, le opere che caratterizzano la tecnica distintiva dell’artista, nota come “demetricismo”.

Artista visivo, scultore e architetto, Vasily Klyukin con questo progetto riassume più fasi della propria ricerca, tutte caratterizzate da una forte attenzione al movimento, piena fiducia nel proprio metodo e aderenza alla tecnica.

Ad intervenire, insieme al curatore Joseph Kiblitsky, e alla cordinatrice della mostra Rossella Bezzecchi, l’Assessore alla Cultura del Comune di Capri Melania Esposito e la Dott.ssa Antonia Tafuri, in rappresentanza della Direzione Regionale Musei Campania.

In contrasto con il “metricismo”, basato sulla rigida costruzione ritmica o metrica di un’opera d’arte, il “demetricismo” cerca fondamentalmente di rompere l’ordine degli elementi. L’autore, aggiungendo l’illusione del movimento alla composizione, parte dal “punto zero” della massima proporzionalità ed inizia a decostruirlo. Rompendo l’equilibrio ideale dell’opera, crea il proprio equilibrio, dando vita ad un’armonia completamente nuova.

Nella sezione “Abstract” della mostra, Klyukin propone la sua iconica serie di sculture murali “Crypto”, già esposte durante la Biennale di Venezia 2024 come parte del progetto “Personal structures” dell’European Cultural Center e che saranno presentate alla Biennale di Firenze 2025. Oltre ai soliti colori acrilici, lo scultore ricorre a materiali insoliti, quali microchip o schede elettroniche.

La parte figurativa della mostra è rivelata da opere come “Natura” e “Fiamma” che l’artista chiama “Eteri”. Qui Klyukin esplora già forme umane comprensibili, strutturandole nella sua consueta tecnica di pannelli di ottone lucidato. Come è noto, il filosofo presocratico Empedocle introdusse la teoria dei quattro elementi (Terra, Acqua, Aria e Fuoco), cui Aristotele ne aggiunse un quinto, l'”Etere”, che chiamò elemento primario e di cui sono composti i cieli e le sfere celesti. Klyukin attribuisce un significato diverso a questo termine, per lui rappresenta l’uomo stesso. Non è un caso che le forme delle sculture assomiglino a luccicanti contorni femminili eterei che sembrano dissolversi e “mescolarsi” con gli altri elementi, creando una nuova forma di esistenza nel processo di composizione.

La nascita di una nuova vita è un tema frequente di riflessione nell’opera di Vasily Klyukin. Se si considera il nome della tecnica dell’artista “Demetricismo” da questa prospettiva, lo si può associare all’antica dea greca della fertilità Demetra, che ha molti epiteti, come Achaea o Europa.

“La Madre-Terra Demetra è la fonte originale di ispirazione, e tutto ciò che è stato creato dagli artisti nel corso del tempo è un’interpretazione di ciò che è già stato generato dalla Terra stessa”, commenta l’artista.





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