Dal presidente di Federalberghi Isola di Capri, Lorenzo Coppola, riceviamo e pubblichiamo.
Ancora una volta la campagna elettorale ha preso una spiacevole deriva: personalismi e rancore associate alla leggerezza nell’utilizzo di parole usate senza coscienza, stanno condizionando il dibattito politico che invece dovrebbe vedere al centro della discussione l’interesse per la nostra Isola.
Immaginavo che dopo 5 anni di guerre interne che hanno condannato il nostro territorio all’immobilismo e ingigantito problemi importanti, ci fosse ormai la consapevolezza che alla politica locale tutto serviva meno che una campagna elettorale così divisiva.
Non credo di essere un moralista ma utilizzare come termine deridente e denigratorio l’appellativo di “Comandante Schettino” che invece è il simbolo di una tragedia che ha causato 32 morti così come l’uso improprio del termine “padrino” a pochi giorni dell’anniversario della strage di Capaci, credo sia solo la manifestazione dell’isterismo di cui si deve liberare chi si propone di assumere la responsabilità di governare un paese.
Penso che a 20 chilometri di distanza ci sono amministratori pubblici che scioperano contro l’autonomia differenziata e noi qui stiamo a fare la guerra tra quelli che stanno a destra e quelli che stanno a sinistra della Madonna sulla strada provinciale.
Viviamo anni in cui i servizi pubblici sono erogati in funzione dei numeri.
In ordine alfabetico Anacapri, Capri e Marina Grande dispongono di una scuola, un ospedale e un porto, punti essenziali dell’isola che devono essere gestiti non come mezzi di propaganda ma come erogatori di servizi da amministratori che troppo spesso si mettono in competizione fra loro a discapito di una sinergia utile al miglioramento della vita dei cittadini e degli ospiti dell’isola.
Avevamo bisogno di appassionarci a questa campagna elettorale per i programmi sperando che fosse virtuosa, cosa cui purtroppo la politica locale ci ha disabituato. E’ necessario che questa tornata elettorale sancisca il definitivo addio ad un modello politico ormai superato, c’è bisogno piuttosto di una politica inclusiva, rappresentativa e al passo con i tempi.
Faccio un esempio che per me è significativo: abbiamo trascorso l’inverno a parlare dell’area marina protetta con tante parti interessate che hanno dato vita a un clima da guerra tra bande. Quando il 24 ottobre volarono gli stracci alla presenza dei funzionari del ministero, mi resi conto che a Capri non erano i politici rappresentativi delle associazioni ma le associazioni rappresentative dei politici.
Pensammo insieme ad altri rappresentanti delle associazioni che il tavolo del mare da quel momento avrebbe dovuto riunirsi senza quei politici che in quella fase erano interessati al tema quasi solo nell’ottica di una campagna elettorale in un senso oppure nell’altro, aprendo di fatto una specie di semestre bianco.
Quando esprimemmo questa posizione, nonostante qualche resistenza iniziale e con qualche rallentamento, l’iter è ulteriormente avanzato, sono state colmate della mancanze fatte nel tempo e personalmente considero la proposta in discussione oggi di gran lunga migliore della precedente. Chi invece pensava a speculazioni elettorali ha dovuto rivedere i piani.
Se dobbiamo pensare a Capri come un’eccellenza mondiale, e faremo bene a farlo, bisogna farlo senza pensare solo ai servizi di lusso, venduti a prezzi da capogiro, ma anche al cuore pulsante del settore turistico. ai lavoratori che sono spesso le fasce più deboli.
La carenza di collaboratori è un problema serio che va affrontato, sicuramente negli anni la condotta di molte aziende non è stata dignitosa ma oggi mi piacerebbe che Capri manifestasse la propria rilevanza mediatica promuovendo una riflessione sul lavoro stagionale che non è adeguatamente tutelato dallo Stato nonostante sia una parte fondamentale delle attività del paese e di tante famiglie
La naspi è inadeguata, il lavoro stagionale è caro per le aziende e non dignitoso per i lavoratori.
innanzitutto la naspi non è una disoccupazione ma è una reperibilità al lavoro. Qualcuno dovrebbe spiegare perché la reperibilità è retribuita solo per una parte del periodo invernale.
Dobbiamo assolutamente preservare e promuovere il nostro turismo, a mio parere per farlo servono regole che non si limitano a consentire o non consentire, ma che regolino e laddove non riescano a farlo debbono essere coadiuvate da strategie adeguate che migliorino l’esperienza della visita di tutti i turisti spesso con esigenze contrastanti che onorano casa nostra scegliendola come meta della loro vacanza .
Capri e i capresi non meritano una politica che passa gli anni a parlare di funicolare si o no come se fosse un referendum. Capri è in particolare i cittadini di Marina Grande che vivono in uno dei borghi marinari più belli del mondo e devono essere salvaguardati dal caos. Non è detto che sia sbagliato non fare la funicolare, ma a patto che venga sostituta da una soluzione migliore che per adesso pare non sia stata individuata
Oggi non è più ammissibile programmare il turismo quale insieme di servizi disorganici bensì bisogna considerare che si tratta di un ‘unica esperienza complessiva fatta da servizi che dovrebbero essere integrati.
Sono questi i temi che le prossime amministrazioni insieme dovranno fronteggiare seriamente nei prossimi anni
Quest’isola ha bisogno del contributo di tutti, è fondamentale che dal 9 giugno questi comuni inizino a pensare come una comunità unita e coesa.