Verso le elezioni comunali 2024, dal “Laboratorio Politico per Capri” riceviamo e pubblichiamo.
Le prossime Elezioni Amministrative del Comune di Capri rischiano di riproporre, con alcune variazioni, le stesse contrapposizioni, personali e di gruppo, che attraversano, caratterizzano e condizionano la politica caprese, ormai, da decenni. Questo può succedere anche perché la cosiddetta “società civile”, le forze produttive, giovanili e imprenditoriali, rinunciano da anni al diritto-dovere di svolgere un ruolo propositivo, di partecipazione attiva e di pungolo verso chi decide, responsabilmente e legittimamente, di candidarsi al ruolo di Amministratore della “cosa pubblica”.
È necessario aver coscienza e rispetto della difficoltà che incontra chi decide di amministrare un “sistema” estremamente complesso come la società caprese. E, in tal senso, si devono registrare politiche e atti amministrativi, adottati da parte delle ultime Amministrazioni Comunali, positivi e significativi di un ammirevole sforzo personale e di gruppo.
L’attuale difficile e pericolosa situazione economica e sociale del nostro Paese, però, rende necessario – per chi, individuo o gruppo, voglia presentarsi alle prossime elezione e governare questo “sistema Capri” – il superamento delle antiche logiche politiche e di gestione individuale e ordinaria della Pubblica Amministrazione, obbligando, invece, all’assunzione di un ruolo dirigente forte, autorevole e qualificato da parte del sindaco e dei componenti della Giunta, anche nella individuazione del personale politico e tecnico da impegnare nei vari assessorati e nei vari compiti amministrativi.
È fondamentale, per chi vuole governare, avere una idea chiara e definita di quello che deve essere il futuro del nostro Paese andando oltre, quindi, una politica basata sulla “NON SCELTA”, perpetrata nell’illusione della sopravvivenza di una economia capace, autonomamente, di autoregolarsi. E, per assurdo, la pericolosità della attuale situazione è legata ad una ricchezza ed un benessere diffusi che provocano, nel contempo, chiusura e resistenza ad ogni forma di regola. Questa politica, che ha rinunciato a scegliere, adottata da tutte le ultime Amministrazioni, si palesa, oggi, in maniera evidente:
nella situazione dei trasporti marittimi nel Golfo, dove regna un sempre più pericolo caos e uno strapotere delle compagnie di navigazione capaci, sempre più, di condizionare e indirizzare l’intera nostra economia;
nell’incapacità di regolamentare o disciplinare il cosiddetto “overtourism” ed il fenomeno delle strutture extralberghiere, con una conseguente anarchia nell’applicazione delle regole e una drammatica mancanza di alloggi per i giovani capresi dovuta, anche, alla lievitazione di una rendita immobiliare parassitaria che incoraggia spinte speculative a danno del nostro patrimonio edilizio;
nella mancata richiesta dell’applicazione di specifici e doverosi ruoli di controllo da parte delle autorità preposte – in settori come quello dell’economia “marina”, del diporto e della fruizione delle residuali e non attrezzate porzioni di spiagge libere, oggetto di una privatizzazione strisciante – onde evitare lo stratificarsi di fenomeni corporativi e di sfruttamento selvaggio, con la presenza sempre più invadente e arrogante di forze economiche esterne o estranee all’isola;
nell’arginare una sempre più forte gestione “privatistica” di strutture turistiche, commerciali e balneari e nel controllare una serie di acquisizioni, di fette sempre più consistenti del nostro patrimonio edilizio e produttivo, da parte di grossi gruppi economici internazionali;
nel non riuscire a contrastare un progressivo e sempre più invadente consumo del territorio ed una scomparsa o un mancato recupero di una rete di percorsi naturalistici e turistici utili, anche, ad un necessario allungamento della stagione lavorativa ristretta sempre più ad alcuni mesi estivi;
nella sostanziale mancata riforma e disciplina del settore dei carrelli elettrici e del traffico privato su gomma;
nell’incapacità di affrontare e risolvere l’annoso problema della qualificazione degli uffici e del personale preposto al controllo e alla gestione della “macchina amministrativa”.
Emerge con forza, altresì, la necessità di riaffermare, con decisioni e atti amministrativi precisi, la priorità e il diritto inalienabile dei cittadini capresi alla sanità, alla casa e alla mobilità in un paese che, giorno dopo giorno, sembra letteralmente scomparire come comunità basata su una precisa identità e su valori e patrimoni culturali condivisi. Come inevitabile si delinea, sempre più, la necessità di un rapporto continuativo e puntuale, di tipo programmatico e gestionale, con l’Amministrazione Comunale di Anacapri – da attuarsi anche attraverso una serie di consulte e istituzioni intercomunali permanenti – e con il nuovo Polo Museale di Capri, nel comune impegno verso una politica unitaria e una sempre maggiore valorizzazione del grande patrimonio storico, culturale e archeologico dell’Isola.
In questa situazione l’istituzione dell’Area Marina Protetta, sia pur nata tra forti contrasti e inevitabili mediazioni, può e deve rappresentare un punto di partenza positivo per riaffermare la possibilità di un arricchimento collettivo attuato non attraverso il caos e il disordine ma grazie ad un metodo e una prospettiva condivisi e partecipati. L’Area Marina Protetta può e deve essere l’inizio di una nuova visione della nostra Società e il segnale di un nuovo modello di sviluppo in cui valori come il rispetto dell’ambiente, in tutte le sue declinazioni, diventano una forza propulsiva e attrattiva da applicarsi, nel futuro, anche in altri settori come la produzione di energie alternative e dei trasporti terrestri.