Capri protagonista nelle Giornate Fai d’autunno con una visita alla tenuta Pino de’ Monaci ad Anacapri sabato 14 e domenica 15 ottobre insieme con l’associazione L’Oro di Capri.
Un percorso guidato dell’oliveto e approfondimento storico, senza prenotazione.
Verde speranza: l’oro di Capri, dal nono secolo ad oggi una storia di successo.
Per una serie di decisioni politiche, il Ducato di Amalfi ricevette in dono l’isola di Capri che divenne così l’estrema propaggine occidentale del suo territorio.
Oggi conosciamo Amalfi come una piccola città di circa 5000 abitanti, che vive principalmente di turismo.
Nel primo Medioevo, Amalfi rappresentava una potenza economica; come le città autonome molto più grandi di Venezia, Genova e Pisa, Amalfi era una delle quattro repubbliche marinare che vivevano del commercio d’oltremare.
Gli Amalfitani, comunque, erano anche coltivatori ed allevatori e spesso investivano nella terra i profitti delle loro attività commerciali. Poiché la morfologia della costiera amalfitana era ed è molto accidentata e difficile da coltivare, mentre il territorio di Anacapri ha una conformazione più pianeggiante ed idonea alle produzioni agricole il governo di Amalfi invogliò numerose famiglie a trasferirsi a Capri. Queste, divenute proprietarie di numerosi appezzamenti di terreno, si dedicarono alla loro coltivazione. L’olio d’oliva, il vino, i legumi e la frutta furono i principali prodotti dell’isola, e i raccolti erano spediti da Capri sui mercati di Amalfi per diversi secoli.
In seguito, dall’Ottocento in poi furono soprattutto le famiglie capresi a entrare in possesso di queste terre e a coltivarle, soprattutto con la coltivazione di olive, uva, legumi come cicerchie e fave e poi anche patate. Nel corso del tempo, le proprietà, un tempo grandi, vennero divise e frammentate, sempre più famiglie ereditarono un pezzo di terra sempre più piccolo, che venne coltivato privatamente dagli Anacapresi.
La nuova scoperta dell’isola da parte di un pubblico internazionale di viaggiatori, circa 70 anni fa, ha fatto sì che alla fine del XX secolo i Capresi mettessero sempre più in secondo piano la coltivazione di queste terre. Chi aveva un lavoro redditizio nel settore del turismo era completamente occupato durante l’alta stagione e preferiva intrattenere i turisti o fare il giro dell’isola in barca piuttosto che chinarsi a rastrellare la terra.
Di conseguenza, sempre più terra giaceva incolta.
Fino a quando un imprenditore del continente, legato ad Anacapri da decenni, ha contagiato gli anacapresi con la sua passione per l’olivo oltre 10 anni fa e ha fatto sì che essi tornassero a produrre olio d’oliva di alta qualità, come avevano fatto una volta per secoli. Oggi sono quasi 50 i proprietari di oliveti che hanno aderito all’associazione “L’Oro di Capri” fondata da Gianfranco D’Amato.
“Come associazione territoriale che si occupa di ambiente, ma anche di beni culturali, noi del FAI Isola di Capri desideriamo stringere un rapporto con l’associazione L’Oro di Capri durante le Giornate FAI d’autunno 2023 per approfondire insieme uno dei capitoli più importanti e meno conosciuti della storia dell’isola. In un tour attraverso un oliveto esemplare ad Anacapri, ci immergeremo nella storia di Anacapri e conosceremo l’ambiente dell’isola nel percorso dei secoli, la coltivazione in generale ad Anacapri e la storia degli amici dell’olio d’oliva anacapresi e non”.
Orari tour: sabato 14 ottobre e domenica 15 ottobre ore 10.30 e ore 15.00.
L’azienda Staiano Autotrasporti Srl metterà gentilmente a disposizione i seguenti collegamenti: Capri – Anacapri ore 10.00 e 14.30; Anacapri – Capri ore 12.30 e 16.30.