Questa volta ci siamo anticipati e con la manifestazione ancora in atto, ci risiamo con le abituali, stantie e polemiche elucubrazioni mentali; parole e concetti che si ripetono e che ritornano puntualmente in questo periodo dell’anno in occasione di Capri- Hollywood; una storia infinita che dura da circa trenta anni e di cui, avendone vissuto l’evolversi nel tempo, dovremmo ben conoscere tutto: il significato, il programma e lo svolgimento talvolta entrambi improvvisati, l’organizzazione con molte ombre, la posizione della Regione che eroga i finanziamenti, etc.; ma la cosa, a mio avviso più grave, è rappresentata dalla inconcepibile ed ingiustificata indifferenza all’evento che mostrano le Amministrazioni cittadine, il sistema turistico e la stessa comunità isolana peraltro poco informata; la gran parte di quelli che dell’argomento ne fanno poi oggetto di dietrologia, sterili lamentele circa l’utilizzo dei fondi erogati, la collocazione in un periodo non favorevole (e quale sarebbe il periodo giusto per noi? all’interno della stagione turistica?); tutta materia sufficiente per perderci nelle chiacchiere da “chiazzieri” alle quali siamo sufficientemente avvezzi e bravi nel lungo periodo di ibernazione invernale.
Intanto, la rassegna ha conquistato un suo prestigio (dopo Venezia e Roma è il terzo più importante evento cinematografico d’Italia); la Regione che provvede a supportarla con un sostanzioso “assegno”, la vuole in questo periodo dell’anno perché afferma di ritenerla un importante veicolo per promuovere l’allungamento della stagione turistica nel Golfo; il parterre dei partecipanti, sempre di livello internazionale, è costretto a soggiornare in quelle poche strutture extra-alberghiere aperte nel periodo se non in strutture in terraferma. In sostanza è quantomai mortificante per noi tutti, lasciare la manifestazione abbandonata a se stessa; si concedono le sale cinematografiche e basta; non c’è alcun segno tangibile di benvenuto e di accoglienza, non c’è alcuna forma di interesse e partecipazione, le sale di proiezione quasi sempre sono vuote (l’accesso è gratuito) tant’è che i protagonisti dei film, talvolta presenti durante la proiezione, restano sgomenti e dispiaciuti; l’obiettivo dei più frequenti commenti è sempre e solo l’organizzatore dell’evento (è un nostro vezzo attribuire le responsabilità delle cose che non vanno, sempre a qualcun altro, preferibilmente esterno all’isola, omettendo le nostre mancanze che quasi sempre, sono ben maggiori (ci piace fare le “vittime”, dimenticando che i padroni di casa siamo sempre e ancora noi!)
Concludo.
C’è un evento, checché se ne dica di prestigio, che qualsiasi località ambirebbe ad ospitare (cfr. Sorrento) e che peraltro nell’insegna ha anche il nome “Capri” (di cui ci fregiamo ma che poi di fatto ci lasciamo “scippare” e svalutiamo pur continuando farisaicamente a dire che ne siamo orgogliosi e suoi gelosi custodi); si svolge a fine dicembre per una serie di motivi (noi non concordiamo solamente perché capita nel periodo – circa cinque mesi – nel quale ci dobbiamo riposare e abbiamo deciso di “chiudere” l’isola al turismo. Viene ovvio chiedersi perché non essere almeno coerenti e responsabili e rendere chiaramente noto che l’evento non ci interessa (ritirando il nome “Capri”)?; oppure più saggiamente, avviare quel processo di prolungamento della stagione turistica nell’ambito del quale, con qualche opportuna modifica circa la promozione e l’organizzazione, Capri-Hollywood rappresenterebbe un degnissimo motivo e occasione di attrazione?
L’Hotel Syrene è chiuso in questo periodo, come d’altronde il 98% delle strutture alberghiere dell’isola, ma per correttezza va detto che l’autore del testo pubblicato non è più nè co-proprietario nè gestore da molti anni dell’albergo da te citato.
Qualcuno ricorda che quest’isola è un pezzo di terra, con la sua vegetazione (menziono solo orchidee selvatiche rare , per es. in zona Orrico: chissà se ci sono più, dopo le costruzioni ) con i suoi animali ( si vedevano uccelli insoliti durante la chiusura per l’epidemia; i passeri sono ora spariti, dove prima erano tanti; i topi di campagna sterminati dall’ignoranza e dalle trappole velenose che l’ignoranza ha predisposto ovunque sulle strade) con i suoi abitanti, che pur formando una società disintegrata, potrebbero chissà magari tornare ad antichi legami sociali.
Qualcuno insomma ricorda che questo posto non è uno scenario teatrale e non è un luogo da sfruttare a scapito di tutto ?
Ing. Gargiulo,
chiedo per mio cuggino che vorrebbe sapere se Hotel Syrene è aperto durante l’evento
Grazie
L’Hotel Syrene è chiuso in questo periodo, come d’altronde il 98% delle strutture alberghiere dell’isola, ma per correttezza va detto che l’autore del testo pubblicato non è più nè co-proprietario nè gestore da molti anni dell’albergo da te citato.
Qualcuno ricorda che quest’isola è un pezzo di terra, con la sua vegetazione (menziono solo orchidee selvatiche rare , per es. in zona Orrico: chissà se ci sono più, dopo le costruzioni ) con i suoi animali ( si vedevano uccelli insoliti durante la chiusura per l’epidemia; i passeri sono ora spariti, dove prima erano tanti; i topi di campagna sterminati dall’ignoranza e dalle trappole velenose che l’ignoranza ha predisposto ovunque sulle strade) con i suoi abitanti, che pur formando una società disintegrata, potrebbero chissà magari tornare ad antichi legami sociali.
Qualcuno insomma ricorda che questo posto non è uno scenario teatrale e non è un luogo da sfruttare a scapito di tutto ?
La cosa più esilarante di questa lettera è stata il definirci ancora oggi i “padroni di casa”… Non lo siamo più da decenni ormai…