Sciopero personale Atc Capri, comunicato dell’Usb: “Dopo lo stop della commissione di garanzia posticipiamo al 18 marzo la protesta per il mancato pagamento stipendi”
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’organizzazione sindacale USB.
La Commissione di Garanzia invita l’USB, e le altre Organizzazioni Sindacali, a riformulare la data dello sciopero di 4 ore proclamato per il 15 marzo a difesa dei dipendenti della società ATC Capri che da due mesi lavorano ininterrottamente senza ricevere lo stipendio ed i ticket.
Un invito che assume carattere vincolante nel momento in cui il mancato accoglimento dello stesso esporrebbe i lavoratori e le organizzazioni sindacali disobbedienti a seri provvedimenti disciplinari ed importanti sanzioni economiche.
L’USB, sentiti i lavoratori, ha quindi deciso di aderire all’invito della Commissione di Garanzia e di posticipare al 18 marzo, prima data utile di calendario, l’azione di sciopero di 4 ore riprogrammandola dalle ore 11:00 alle ore 15:00 per il personale autista, biglietterie ed esercizio.
“In Italia abbiamo una normativa che limita il diritto di sciopero, la più restrittiva in Europa – afferma Adolfo Vallini dell’esecutivo provinciale USB lavoro privato – siamo l’unica nazione in cui bisogna dichiarare prima la fine dello sciopero. Motivo per cui l’esercizio del diritto di sciopero è diventata un arma spuntata a disposizione dei lavoratori, tanto da portare i salari italiani tra i più bassi d’Europa, ma anche condizioni di lavoro e di sicurezza precarie. Tutto ciò è avvenuto, però, con l’avallo di Cgil, Cisl e Uil, che hanno sistematicamente condiviso la gabbia sempre più fitta di regole via via introdotte per limitare la capacità di lotta dei lavoratori. Ed è proprio sulla base di queste regole, non definite per via parlamentare e quindi sostanzialmente illegittime, che la Commissione invita oggi le organizzazioni sindacali che hanno promosso lo sciopero del 15 a rimodularlo, chiedendo di tenere conto dei criteri della rarefazione oggettiva. Ovvero l’intervallo minimo di 10 giorni previsto tra lo sciopero generale proclamato dall’USB, e altre sigle del sindacato di base, l’8 marzo contro i feminicidi, le violenze e le discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro. Un intervallo minimo che diventa di 20 giorni nel caso in cui lo sciopero abbia carattere aziendale. Con regole cosi stringenti e sbilanciate a fovere dei datori di lavoro diventa difficilissimo difendere in modo adeguato i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori dagli abusi, ingiustizie e dal mancato pagamento degli stipendi” conclude Vallini.