“Sud e porosità – south & porosity”, tra Napoli e Capri si celebra il centenario del soggiorno di Walter Benjamin e Asja Lacis. Una targa nel luogo della prima permanenza sull’isola
Al via il progetto “Sud e porosità – south & porosity” che prende spunto dalla ricorrenza del centenariodel soggiorno di Walter Benjamin e Asja Lacis a Capri e a Napoli(1924-2024) per riportare all’attenzione di un pubblico nazionale e internazionale un capitolo centrale della storia culturale e artistica del Novecento in parte ancora sconosciuto, sia in Italia che all’estero.
Il progetto, a cura della germanista Valentina Di Rosa edell’artista Andris Brinkmanis, prevede da mercoledì 23 a sabato 26 ottobre tra Napoli e Capri, un convegno internazionale, una mostra (per la prima volta in Italia ispirata ai due intellettuali) all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici Palazzo Serra di Cassano, via Monte di Dio 14, co-produzione Goethe -Institut Napoli, diretto da Maria Carmen Morese, unaperformanceel’apposizione della targa commemorativa a Capri per il centenario del soggiorno di Walter Benjamin sull’isola, sabato 26 ottobre alle 15.30.
Ospiti l’artista Dora García, il poeta Durs Grünbein e la scrittrice Olga Martynova.
Il convegno scientifico internazionale “Lezione di porosità” /”Lehrstunde in Porosität”, a cura di Valentina Di Rosa in collaborazione con Alexandra Richter, mercoledì 23 ottobre dalle 15 alle 18,30 e giovedì 24 ottobre dalle 9.30 alle 18,30 all’università L’Orientale – Palazzo du Mesnil (via Chiatamone, 61 – 62) e venerdì 25 ottobre dalle 9,30 alle 17 all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (Palazzo Serra di Cassano), approfondisce il piano della ricostruzione documentaria accanto a quello della riflessione filosofica e letteraria in dialogo con studiosi ed esperti dell’opera di Lacis e di Benjamin di rango internazionale, che si troveranno per la prima volta a riunirsi e a discutere insieme a Napoli e a Capri.
La mostra south & porosity, all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, (inaugurazione 25 ottobre, ore 17, visitabile fino al 20 dicembre 2024) con reading dei poeti Durs Grünbein e Olga Martynova in cooperazione con l’Archivio Walter Benjamin (Akademie der Künste, Berlin) e l’Archivio Asja Lacis (Biblioteca Nazionale Riga), propone per la prima volta in Italia una raccolta di materiali per documentare la permanenza di Benjamin a Napoli/Capri, da un lato illustrando la direzione del suo lavoro e delle sue copiose letture e riflessioni di quel periodo; dall’altro, ricostruendo la vivace tradizione cosmopolita che caratterizza il clima dell’isola negli anni ’20 del Novecento. Con questa eredità l’esposizione racconta il contributo di Asja Lacis nello scambio con Benjamin, ovvero la sua militanza artistica e intellettuale nel ruolo di co-protagonista delle più innovative sperimentazioni teatrali del tempo, favorite dagli eventi rivoluzionari dell’ottobre 1917. Un aspetto centrale è qui rappresentato dal progetto di un teatro proletario per bambini, che – realizzato per la prima volta con i piccoli orfani di guerra nella città di Orjol – costituisce la matrice della precipua attenzione dedicata da Lacis all’infanzia anche fra i vicoli di Napoli.
L’allestimento espositivo è frutto della collaborazione fra la germanista Valentina Di Rosa, eletta di recente a Membro della prestigiosa Accademia Tedesca della Poesia e delle Lettere e l’artista e curatoreAndris Brinkmanis, già autore di numerosi lavori fra cui Signals From Another World.
L’ultima giornata del convegno, sabato 26 ottobre2024, si terrà a Capri e ruoterà intorno a due momenti salienti. Una prima stazione sarà nel chiostro della Certosa San Giacomo, alle 12.30, dove l’artista e performer Dora Garcia, anche lei un nome di rango internazionale (da ricordare i suoi recenti lavori al MAXXI di Roma) darà vita a una performance ispirata al dialogo fra Benjamin e Lacis in chiave site-specific.
A seguire, d’intesa con la Giunta del Comune di Capri, è in programma l’apposizione di una targa ufficiale, sabato 26 ottobre alle 15.30 presso l’abitazione in cui Benjamin risiedette nella prima fase del suo soggiorno sull’isola (via Sopramonte 18-20). Qui saranno i poeti Durs Grünbein e Olga Martynova ad animare un reading traendo questa volta libera ispirazione da testi scelti dall’opera di Benjamin e Lacis.
Il dialogo fra Walter Benjamin e Asja Lacis, due indiscussi protagonisti della cultura europea – lui filosofo ebreo-tedesco destinato a una crescente fama internazionale negli ambiti più disparati del sapere e delle arti; lei protagonista dell’avanguardia russa, amica e collaboratrice di Brecht, attivamente impegnata sul fronte della Rivoluzione di Ottobre per un rinnovamento dei linguaggi dell’arte – verrà innanzitutto ricostruito e riproposto nella sua concretezza documentaria a partire dal rapporto con la specificità dei luoghi – la città di Napoli, l’isola di Capri – e con il loro rispettivo immaginario denso di reminiscenze letterarie in cui si intrecciano l’antico e il moderno.
Al centro della quattro giorni tra letteratura, filosofia, linguaggi visuali e performance d’arte contemporanea, la ricostruzionedella rete di scambi (e rispettivi retroterra) che si diparte dal fecondo sodalizio fra i due intellettuali e artisti a cavallo fra Paesi e mondi diversi, che a sua volta rappresenta un esemplare spaccato della vocazione cosmopolita propria dell’intellighenzia europea nell’intervallo di anni, fra le due guerre mondiali, di cui Capri stessa rappresenta un epicentro.
“E’ noto – spiega la germanista Valentina Di Rosa – che l’incontro caprese di Benjamin con Asja Lacis è destinato sin dai primi scambi di battute ad esercitare profonda influenza sul pensiero di Benjamin, oltre a rappresentare l’occasione più immediata del suo successivo viaggio a Mosca. E’ noto inoltre che dal dialogo fra i due scaturisce una scrittura ‘a quattro mani’, cui si deve l’intuizione cruciale della categoria della porosità che, da principio adoperata per definire la peculiare architettura della città di Napoli, si trasforma via via in un vero e proprio paradigma del pensiero, volto a valorizzare le risorse di una realtà sociale e antropologica distante dal sistema di vita e di valori introdotto dalla modernità borghese. ‘Porosità’ si presta in tal senso a descrivere la singolare vitalità di una cultura caratterizzata meno dai crismi della ragione illuminista che da non una fertile compenetrazione di mythos e logos”.